mercoledì 3 novembre 2010

Incipit

Le donne: chi sono le donne?
Dove le ho viste per la prima volta o per l’ultima, in quali città, in quante forme, avvolte in quali abiti?
Che cosa so di loro oltre al fatto accettabile che io le riconosca come altro dagli uomini, altro dalle pagine scritte, dalle bugie sull’amore, dalle certezze sfoderate dagli insicuri manuali sul sesso senza problemi o dagli sterili test stampati fra i gossip estivi e compilati  con totale noia da sdraiati, sulle spiagge svendute ai nuovi amanti dell’era della nevrosi?
Non so rispondere, ma quella sera, mentre ti aggiustavi le calze prima di uscire dalla nostra casa e ridevi la risata dell’amore, ho iniziato a capire qualcosa delle donne, perché cercavo grandi risposte, quando poi, nel gesto minimo di sfiorarti le cosce per sentire se le tue gambe fossero ben fasciate dai collant, sapevi perfettamente che io ti stavo osservando, in diagonale, discreto e che non farti più uscire da quella porta, e farlo in piedi appoggiandoti alla sottile separazione blindata tra il nostro dentro e il fuori di tutti, era il risultato che volevi, che ti aspettavi da me.
Ma tu eri la donna di carne e sapevi che non avevo scampo, che non avrei detto no, che ero niente di più che un intreccio muscolare involontario e vulnerabile alla tua pelle fango, dove non mi sarei salvato, affondato nel nostro cerchio di braccia.
E la casa era vuota, il giorno era uguale alla casa e la notte ci asciugava il sudore mentre io continuavo a farmi le stesse stupide domande su di te e sulle donne, forse perché ero sensibile all’ossessione, o forse perché qualcosa tra di noi non poteva esistere se non mediato dai nostri corpi, un uso ed abuso continuo della nostra biologia cellulare, l’analisi sensuale della nostra fisiologia destinata al miscuglio, al disordine delle idee in cambio dell’ordine delle nostre cadenze ritmiche dettate dagli amplessi.
E chi eravamo noi se non un già visto patetico, una psoriasi sull’epidermide della socio-cultura, un abbozzo di comprensione, un essere uniti fino all’orgasmo e separati fino a quello successivo?

2 commenti:

  1. Benvenuto in blogger e complimenti: credo sarò tua assidua lettrice...

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  2. Grazie,
    anch'io ricambierò e aspetto con ansia la conclusione del tuo libro.
    In effetti, la tua visione dal tacco 10, ben si complementa con la mia dal tacco 1.

    ciao

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