domenica 7 novembre 2010

SE MAI

Si potrebbe pensare alle donne come mammiferi sentimentali o cyberfemmine votate alla scalata di grattacieli di acciaio e cristallo svettanti sulle metropoli nervose.
Ma è già difficile pensare a loro come semplici donne.
Il pensiero dell'uomo non è tendenzialmente laterale ma geometricamente simile a un quadrato e spazialmente identico a un cubo.
Il problema si inasprisce quando l'uomo è il quadrato o il cubo, nell'evoluzione 3D dell'uomo vitruviano leonardesco, che non può che essere preso a misura del cosmo intero.
Infatti, non essendo la donna misura dell'uomo, ma al contrario l'uomo un grosso neonato sfuggito dal seno di una madre un po' distratta, lo scorrere delle giornate maschili si infilzano una ad una fino al completamento di una collana di lettere, il cui significato suona più o meno così: VOGLIO IL LATTE E LO VOGLIO SUBITO!!!
Se mai un solo maschio con le gonadi al posto giusto, decidesse di bere finalmente il latte dal tetrapack, probabilmente il seno ritornerebbe alle sue normali dimensioni e i chirurghi estetici ci guadagnerebbero qualcosina in meno...se mai.

mercoledì 3 novembre 2010

Incipit

Le donne: chi sono le donne?
Dove le ho viste per la prima volta o per l’ultima, in quali città, in quante forme, avvolte in quali abiti?
Che cosa so di loro oltre al fatto accettabile che io le riconosca come altro dagli uomini, altro dalle pagine scritte, dalle bugie sull’amore, dalle certezze sfoderate dagli insicuri manuali sul sesso senza problemi o dagli sterili test stampati fra i gossip estivi e compilati  con totale noia da sdraiati, sulle spiagge svendute ai nuovi amanti dell’era della nevrosi?
Non so rispondere, ma quella sera, mentre ti aggiustavi le calze prima di uscire dalla nostra casa e ridevi la risata dell’amore, ho iniziato a capire qualcosa delle donne, perché cercavo grandi risposte, quando poi, nel gesto minimo di sfiorarti le cosce per sentire se le tue gambe fossero ben fasciate dai collant, sapevi perfettamente che io ti stavo osservando, in diagonale, discreto e che non farti più uscire da quella porta, e farlo in piedi appoggiandoti alla sottile separazione blindata tra il nostro dentro e il fuori di tutti, era il risultato che volevi, che ti aspettavi da me.
Ma tu eri la donna di carne e sapevi che non avevo scampo, che non avrei detto no, che ero niente di più che un intreccio muscolare involontario e vulnerabile alla tua pelle fango, dove non mi sarei salvato, affondato nel nostro cerchio di braccia.
E la casa era vuota, il giorno era uguale alla casa e la notte ci asciugava il sudore mentre io continuavo a farmi le stesse stupide domande su di te e sulle donne, forse perché ero sensibile all’ossessione, o forse perché qualcosa tra di noi non poteva esistere se non mediato dai nostri corpi, un uso ed abuso continuo della nostra biologia cellulare, l’analisi sensuale della nostra fisiologia destinata al miscuglio, al disordine delle idee in cambio dell’ordine delle nostre cadenze ritmiche dettate dagli amplessi.
E chi eravamo noi se non un già visto patetico, una psoriasi sull’epidermide della socio-cultura, un abbozzo di comprensione, un essere uniti fino all’orgasmo e separati fino a quello successivo?

LA MIA PRIMA PUBBLICAZIONE

 A breve, potrete vedere la copertina della mia prima raccolta di racconti  che avrà  lo stesso titolo del blog.
Vi posto il commento della casa editrice che mi sembra traduca in breve lo spirito dell'opera:

"Una serie di spaccati di una società "spaccata", dove  la linea di
demarcazione tra perversione e paranoia cade definitivamente. 
Alla fine della lettura viene spontaneo domandarsi: la società di "Uomini
donne ghiaccio e lime" è ancora nel futuro o è già presente?

un saluto a tutti e a presto